da concordare

L’origine del palazzo è dovuta all’intraprendenza dei Padri Antoniani, che nel 1616 aprirono ai religiosi e ai malati un grande complesso, comprensivo di palazzo e chiesa dedicata a Sant’Antonio abate, al fondo dell’odierna Via Po. Per circa 150 anni questo complesso fu una delle sedi più prestigiose degli Antoniani in Piemonte ed Italia. Alla metà del Settecento la chiesa fu sottoposta a rimodernamento per opera dell’architetto Bernardo Vittone che sistemò la chiesa, il coro, il campanile ed approntò il decoro del presbiterio. In seguito alla soppressione dell’Ordine degli Antoniani avvenuta nel 1776, il palazzo e la chiesa furono affidati all’Opera della Mendicità Istruita, per poi passare nell’Ottocento all’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro. In quel periodo il pittore Antonio Fontanesi soggiornò in alcuni locali del palazzo, ove morì il 17 aprile 1882: nel portone di ingresso del Museo è murata, a ricordo, una lapide in suo onore. Nel 1956 l’intero palazzo fu acquistato da Pietro Accorsi che adibì il piano nobile a sua abitazione e galleria d’arte. Dopo la scomparsa del proprietario, avvenuta nel 1982, i beni del celebre antiquario vennero affidati ad una Fondazione con il preciso scopo di realizzare un museo. I lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’edificio si protrassero fino al 1999, anno in cui venne inaugurato il museo, il primo in Italia dedicato alle arti decorative. Il Museo è stato allestito da Giulio Ometto secondo il gusto del fondatore, Pietro Accorsi, che prediligeva le arti decorative (soprattutto del Settecento e legate al Piemonte e alla Francia). Nelle 27 sale del Museo sono esposti oltre tremila oggetti, appartenuti al celebre antiquario. Il percorso museale è suddiviso in due parti: la prima è dedicata a una serie di vetrine con all’interno cristalli di Baccarat, argenti, tabacchiere e porcellane di Meissen, Frankenthal e Sèvres; la seconda è dedicata alle sale ammobiliate, così come l’Antiquario le aveva arredate presso la sua villa di Moncalieri. Nel susseguirsi delle stanze, oltre a preziosi oggetti d’arredo, arazzi e dipinti del Settecento, si trovano mobili francesi, veneziani e piemontesi, tra cui spicca il celebre “doppio corpo” firmato e datato nel 1738 da Pietro Piffetti e ritenuto essere il mobile più bello del mondo. Il museo è fin dalla sua costituzione sede di importanti mostre, principalmente volte alla conoscenza delle arti decorative e di quella del patrimonio storico artistico piemontese, non tralasciando temi di interesse anche internazionale.

biglietto di ingresso : 6,00 euro a persona
Gratuito: possessori Abbonamento Musei
Visita guidata : 5,00 euro
Prenotazione obbligatoria